Quando si portano troppo spesso le mani in bocca per rosicchiare unghie e staccare pellicine delle dita, il rischio non è solo rovinare l’estetica delle mani, ma anche di infezioni e di danneggiare la salute del cavo orale.

Il mangiarsi le unghie, disturbo tecnicamente detto ‘onicofagia’, può arrivare a interessare tre persone su dieci. È un problema soprattutto in età pediatrica, è un vizio molto diffuso soprattutto tra i 7 e i 10 anni.

Quando l’abitudine diventa radicata la persona si espone a infezioni batteriche e virali, questo contatto continuo col cavo orale può trasmettere queste infezioni dalla mano alla bocca e viceversa.

Oltre al danno estetico evidente per le mani, si può avere anche un trauma fisico dei denti specie degli incisivi, in prima linea nel lavoro di rosicchiamento delle unghie. Si può andare incontro ad usura (chi mangia le unghie o anche le penne usa per ore senza accorgersene i propri incisivi).  Questo rappresenta un problema soprattutto nell’età età della crescita, in bambini e adolescenti, perché l’usura degli incisivi può portare a malocclusioni alterando anche lo sviluppo delle ossa facciali.

E non è tutto, mangiarsi le unghie mette anche a rischio la salute delle gengive: può provocare lesioni gengivali con rischio di retrazione gengivale e vera e propria infiammazione delle gengive, quindi di gengiviti. 

Cosa fare allora per aiutare a perdere il vizio? Per i più piccoli le soluzioni più semplici sono l’applicazione dello smalto amaro che si pennella sulle dita del bambino e fa da deterrente a mettere le mani in bocca; poi ci sono anche i guanti o i pigiamini con i guanti integrati. In generale aiuta molto la pratica dello sport e tutto ciò che favorisce la gestione di noia e stress.

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